L’AVVENTO DEL FASCISMO

Il territorio del Sudtirolo venne annesso all’Italia, con l’entrata in vigore del diritto internazionale il giorno 10/10/1920. Il Re d’Italia Vittorio Emanuele III, nel discorso alla corona del 1 dicembre 1919 dichiarò il pieno rispetto delle autonomie locali e delle tradizioni.

Nell’ottobre del 1919 fu fondato il Deutsche Verband composto dai radicali e liberali.

Le trattative fra Bolzano e Roma, per garantire un’ampia autonomia, ebbero un iniziale successo per poi naufragare a causa della resistenza dei gruppi nazionalistici a capo dei quali vi era Ettore Tolomei.

Nell’aprile del 1921 si ebbe la prima aggressione fascista a Bolzano. Uno squadrone fascista assalì un corteo in costume uccidendo Franz Innerhofer, maestro di Marlengo, senza che i responsabili fossero processati.

Il 2 ottobre 1922 ebbe luogo la cosiddetta marcia su Bolzano, dove venne deposto il sindaco Julius Perathoner, da poco eletto democraticamente. Questo avvenimento fu visto come prologo della “Marcia su Roma” che avvenne il 28 ottobre 1922 dopo la quale Mussolini ottenne la nomina a capo del Governo.

Nel gennaio del 1923 l’Alto Adige insieme al Trentino fu incorporato nella Venezia Tridentina e un prefetto a Trento ebbe il potere per avviare la snazionalizzazione.

Nel programma di Mussolini si prevedeva la completa italianizzazione del territorio sudtirolese con massicci insediamenti italiani; snaturalizzazione dei sudtirolesi e allontanamento di questi dalla propria terra.

Furono dunque attuati provvedimenti speciali con la chiara intenzione di rendere uniforme ed omogeneo il territorio acquisito dopo la Prima Guerra Mondiale.

Nelle scuole della Provincia fu proibito l’insegnamento della lingua tedesca, tutti i dipendenti pubblici dovettero essere licenziati, furono proibite tutte le federazioni, i sindacati tedeschi, le associazioni; la lingua italiana divenne la lingua ufficiale e tutto ciò che era “tedesco” fu completamente bandito.

Il 15 luglio 1923, nel teatro civico di Bolzano, Tolomei rese pubblico il suo programma di assimilazione e italianizazzione del territorio con la rieducazione politica- culturale degli abitanti di lingua tedesca.

Punti salienti del programma di assimilazione di Tolomei erano:

  • Tradizione ed immagini estere:
    • proibizione del nome Tirolo (à toponimi italiani);
    • italianizzazione dei cognomi;
    • lapidi funerarie in lingua italiana;
    • rimozione del monumento di Walther a Bolzano;
    • trasformazione del museo a Bolzano.
  • Stampa:
      • censure e proibizioni di giornali tedeschi;

     

    • fondazione del giornale “Alpenzeitung ” di ispirazione fascista;
  • Economia:
    • eliminazione di istituti di credito locali;
    • abolizione della legge del maso chiuso;
  • Amministrazione pubblica:
    • insediamento di un podestà
    • segretari comunali italiani;
    • italiano come lingua ufficiale;
    • rafforzamento dei contingenti dei carabinieri;
    • aumento della presenza delle Forze Armate.

Ettore Tolomei


LA SCUOLA

 

L’italianizzazione della scuola tedesca costituisce uno dei punti nodali del programma fascista:

    1. Scolari tedeschi con cognomi italiani devono frequentare scuole italiane;

 

    1. Istituzione di asili infantili e di scuole italiane;

 

    1. Nel 1923-1924 l’italiano diviene l’unica lingua d’insegnamento.

 

Questo fu il colpo decisivo per la scuola tedesca, che di conseguenza organizzò l’insegnamento privato di questa.

Nel novembre 1925 il prefetto Guadagnini emette un decreto segreto nel quale ordina di combattere l’insegnamento del tedesco. La scuola tedesca diviene clandestina e sorge la “Scuola delle catacombe” il cui fondatore fu Michael Gamper.

Le autorità fasciste perseguirono quest’organizzazione con estrema durezza, ma in seguito nell’autunno del 1928 furono create scuole parrocchiali tedesche ove s’insegnava la religione nella madrelingua.

 

Tutte queste proibizioni non riuscirono però a trasformare il Tirolo in un’area italiana.

Il 20/02/1935 Mussolini invitò le grandi industrie lombarde e piemontesi a creare delle filiali a Bolzano. Gli stabilimenti Lancia di Torino, le Acciaierie di Milano e altre industrie accettarono l’offerta e diedero inizio alla produzione in Alto Adige. Migliaia di famiglie italiane s’insediarono in tutto il Sudtirolo, dove trovarono occupazione in queste fabbriche nelle quali era proibita l’assunzione di lavoratori sudtirolesi.

Dopo 10 anni di politica di assimilazione Tolomei dovette constatare che non aveva ottenuto i risultati sperati. Sperimentò una nuova strategia ovvero una immigrazione massiccia italiana con lo scopo di porre in minoranza i sudtirolesi di madrelingua italiana.

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